FINALITA' | ![]() |
CHI SIAMO | ![]() |
DOVE SIAMO | ![]() |



Il cancro colorettale è il terzo tipo di cancro più comune negli Stati Uniti ed è secondo solo al cancro polmonare come causa di mortalità per cancro. Il cancro colorettale si sviluppa con un processo a più gradi caratterizzato da lesioni istopatologiche del precursore e alterazioni genetiche molecolari. Questo processo sequenziale della tumorigenesi offre la possibilità di sviluppare e testare strategie di prevenzione sia primarie che secondarie. Questa rassegna è incentrata sulla chemioprevenzione, che è definita come uso d’agenti naturali o sintetici per invertire il processo di carcinogenesi. Studi epidemiologici hanno indicato costantemente che l’assunzione cronica di sostanze antinfiammatorie non steroidee (NSAIDs), principalmente l’aspirina, può ridurre incidenza d’adenomi e di carcinomi colorettali. Lo studio di NSAIDs, inclusi nuovi inibitori selettivi della ciclo-ossigenasi-2, in modelli animali di cancro colorettale geneticamente manipolati e in cui è indotta la carcinogenesi dimostra che queste sostanze sono efficaci agenti chemiopreventivi. Negli esseri umani, il NSAID sulindac è stato studiato in pazienti con poliposi adenomatosa familiare ed in una sperimentazione placebo-controllata è stato scoperto che fa regredire gli adenomi colorettali. Più recentemente, è stato dimostrato che l’inibitore selettivo della ciclo-ossigenasi-2 Celebrex è efficace nella poliposi adenomatosa familiare ed è stato approvato dalla FDA come sostanza aggiuntiva nella cura di questi pazienti. I NSAIDs ed altri agenti chemiopreventivi, sono attualmente oggetto di studio in pazienti a maggior rischio di cancro colorettale, come quelli con adenomi sporadici. I risultati di questi studi avranno un potenziale effetto sul trattamento di questi pazienti. Tuttavia, gli agenti chemiopreventivi non possono essere raccomandati al momento per gli individui con rischio medio o per quelli con neoplasia colorettale sporadica. Inoltre per essere efficaci, gli agenti chemiopreventivi devono essere sicuri e bene tollerati per la somministrazione cronica e dovrebbero essere relativamente poco costosi. Anche se ancora agli esordi, il campo della chemioprevenzione è un’area d’indagine emozionante e dai rapidi progressi. Le strategie chemiopreventive, se efficaci, porteranno ad un cambiamento nell’attuale approccio al cancro colorettale.
Il cancro colorettale è il terzo tipo di cancro più comune negli Stati Uniti ed è secondo solo al cancro polmonare come causa di mortalità per cancro. Il cancro colorettale si sviluppa con un processo a più gradi caratterizzato da lesioni istopatologiche del precursore e alterazioni genetiche molecolari. Questo processo sequenziale della tumorigenesi offre la possibilità di sviluppare e testare strategie di prevenzione sia primarie che secondarie. Questa rassegna è incentrata sulla chemioprevenzione, che è definita come uso d’agenti naturali o sintetici per invertire il processo di carcinogenesi. Studi epidemiologici hanno indicato costantemente che l’assunzione cronica di sostanze antinfiammatorie non steroidee (NSAIDs), principalmente l’aspirina, può ridurre incidenza d’adenomi e di carcinomi colorettali. Lo studio di NSAIDs, inclusi nuovi inibitori selettivi della ciclo-ossigenasi-2, in modelli animali di cancro colorettale geneticamente manipolati e in cui è indotta la carcinogenesi dimostra che queste sostanze sono efficaci agenti chemiopreventivi. Negli esseri umani, il NSAID sulindac è stato studiato in pazienti con poliposi adenomatosa familiare ed in una sperimentazione placebo-controllata è stato scoperto che fa regredire gli adenomi colorettali. Più recentemente, è stato dimostrato che l’inibitore selettivo della ciclo-ossigenasi-2 Celebrex è efficace nella poliposi adenomatosa familiare ed è stato approvato dalla FDA come sostanza aggiuntiva nella cura di questi pazienti. I NSAIDs ed altri agenti chemiopreventivi, sono attualmente oggetto di studio in pazienti a maggior rischio di cancro colorettale, come quelli con adenomi sporadici. I risultati di questi studi avranno un potenziale effetto sul trattamento di questi pazienti. Tuttavia, gli agenti chemiopreventivi non possono essere raccomandati al momento per gli individui con rischio medio o per quelli con neoplasia colorettale sporadica. Inoltre per essere efficaci, gli agenti chemiopreventivi devono essere sicuri e bene tollerati per la somministrazione cronica e dovrebbero essere relativamente poco costosi. Anche se ancora agli esordi, il campo della chemioprevenzione è un’area d’indagine emozionante e dai rapidi progressi. Le strategie chemiopreventive, se efficaci, porteranno ad un cambiamento nell’attuale approccio al cancro colorettale.